Allerta aglio dalla Cina
Aglio cinese congelato e venduto come fresco
La rappresentanza spagnola del comparto dell’aglio dell’Associazione Agraria dei Giovani Agricoltori (ASAJA) ha recentemente segnalato a Bruxelles l’ingresso di aglio dalla Cina all’interno dell’Unione Europea, venduto come prodotto fresco. Come conseguenza di questa denuncia, la Direzione Generale dell’Agricoltura e dello Sviluppo Rurale della Commissione Europea ha avviato un’indagine sull’importazione “disonesta” di aglio cinese in UE, nonché sull’importazione di aglio egiziano esente da dazi.
Il segretario generale di ASAJA Manuel Del Pino ha comunicato che sta entrando nell’UE sotto forma di prodotto fresco, il che costituisce una frode fiscale, poiché l’importazione di aglio fresco dalla Cina è soggetta a una quota, che in caso di superamento comporta l’applicazione di una tariffa punitiva di 1,2 euro al chilo.
In sostanza, i coltivatori europei chiedono alla Commissione Europea di rivalutare i termini dell’accordo con l’Egitto. Manuel Del Pino López ha anche spiegato che di solito l’aglio fresco viene trasportato in contenitori refrigerati a una temperatura compresa tra -2 e -4 gradi Celsius e arriva in Europa come congelato, mentre il trasporto dovrebbe avvenire a -20 gradi. In questo modo, l’aglio fresco ma non congelato entra in Europa, il che favorisce l’evasione dei dazi.
Insieme ai produttori spagnoli anche i loro omologhi in Francia, Italia e Portogallo hanno avanzato richieste simili a Bruxelles. Tra queste richieste vi è la necessità di convincere le grandi catene di supermercati ad acquistarlo a prezzi più elevati per garantire una giusta remunerazione ai produttori. Inoltre, i coltivatori hanno chiesto una moratoria sul divieto di utilizzo di alcuni pesticidi usati nel settore fino a quando prodotti alternativi non saranno disponibili sul mercato.
Vedi anche –> Riduci l’impatto ambientale in meno di 10 minuti al giorno
Le inchieste in corso
I produttori europei stanno richiedendo una revisione dell’accordo tra l’UE e l’Egitto che consente l’esportazione di aglio in Europa senza dazi. Gli eurodeputati si occuperanno della questione e la porteranno alla commissione Agricoltura del Parlamento europeo, mentre la Commissione europea ha già aperto un’inchiesta sulla situazione.
Sbiancamento artificiale dell’aglio con la candeggina
Già dal 2018 con una interrogazione parlamentare E-005257/2018 è stato denunciato che una larga porzione di aglio proveniente dalla Cina viene discolorato con l’utilizzo di agenti sbiancanti come la candeggina. Questa sostanza, oltre a conferire alla spezia una colorazione più chiara, agisce come pesticida eliminando gli insetti e, inoltre, viene utilizzata per la rimozione di macchie di sporco, anche quelle di natura organica.
Come riconoscere l’aglio cinese
Per identificarlo è possibile prestare attenzione a due caratteristiche principali: le radici e il peso.
In primo luogo, se si osserva un bulbo d’aglio privo di radici e stelo, è probabile che sia stato importato dalla Cina. Questo perché, spesso, durante il processo di esportazione, vengono tagliati i gambi e le radici per ridurre il peso e i costi di trasporto.
In secondo luogo, tende ad avere una maggiore quantità di acqua, il che lo rende più leggero rispetto a quello italiano o di altre origini. Pertanto, se si confrontano due teste d’aglio di dimensioni simili e una risulta più leggera dell’altra, c’è una buona probabilità che sia quella di origine cinese.
In generale, è importante prestare attenzione all’etichetta del prodotto e all’origine dell’aglio, poiché le differenze di qualità e sapore possono essere significative.